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Vorrei cogliere la ricorrenza della Giornata Nazionale della Salute della Donna come un’occasione per pensare al benessere della Donna non solo come ”assenza della malattia” ma come valore universale al centro di efficaci politiche sociali assieme a una serie d’attività preventive, che finiscono con l’avere ricadute importanti sulla società intera.

La salute della Donna infatti si riflette come beneficio sui componenti di tutta la società: questo succede già a partire dalla gravidanza, dove durante la sua vita uterina il neonato è strettamente dipendente dalla salute metabolica, dai livelli di stress e dall’alimentazione della futura mamma, e successivamente si riscontra nel periodo dell’allattamento materno che si è rivelato un fattore essenziale di prevenzione di allergie, di malattie autoimmunitarie e metaboliche (prevenzione di malattie metaboliche anche per la madre che allatta), quindi un ingrediente fondamentale per la crescita e lo sviluppo del futuro adulto sano.

La salute della Donna passa anche dal rispetto dei cicli naturali delle diverse fasi della vita: penso ad esempio all’adolescenza, in particolare all’età della pubertà. Stiamo assistendo negli ultimi anni a una marcata anticipazione del periodo di insorgenza della pubertà nelle bambine, che è dovuta a fattori ambientali (esposizione a sostanze inquinanti e plastiche) e d’alimentazione, mentre è correlata a stili di vita e fattori culturali, dal momento che da decenni si assiste a un’esposizione precoce delle bambine a modelli comunicativi e pubblicitari ipersessualizzanti.

Un altro aspetto da curare per promuovere la salute femminile assieme all’autodeterminazione è quello dell’informazione sulla sessualità, sui metodi contraccettivi e sui rapporti sessuali protetti, per fare prevenzione attiva delle malattie sessualmente trasmesse.

La consapevolezza di tutti questi aspetti per l’inizio di un’attività sessuale sicura è importante, in primo luogo per ridurre i rischi portati da infezioni di microrganismi quali la clamidia e l’ureaplasma che, se possono essere inizialmente asintomatici, alla lunga potrebbero compromettere la salute riproduttiva e portare all’infertilità, deteminando la chiusura delle tube.

L’uso corretto e consapevole di contraccettivi orali ad esempio non serve unicamente alla riduzione delle gravidanze indesiderate ma presenta indubbi benefici anche su altri aspetti della salute e del benessere femminile, perché previene o riduce patologie collegate all’età fertile e all’attività ormonale nella donna come l’endometriosi, mentre abbatte il rischio di cancro ovarico ed endometriale.

Per la sua salute riproduttiva è importante che la donna sia consapevole anche del suo orologio biologico, tenendo conto che l’età fertile sotto i 30-35 anni per la ricerca rimane quella ottimale per cercare la gravidanza con più serenità, dato che al di sotto di quella soglia generalmente si riscontrano sia una bassa incidenza d’infertilità sia un minore rischio di malattie cromosomiche nel neonato.

Con l’allungamento della vita diventa molto importante anche la prevenzione nella menopausa, che consiste nell’abitudine all’attività fisica, nel controllo del peso corporeo e degli stili di vita non corretti (fumo e consumo eccessivo d’alcool).

La salute della Donna nelle diverse età biologiche si ripercuote direttamente sul benessere oltre che dei figli di tutti i suoi familiari e della comunità intera, e richiederebbe maggiori politiche sociali e preventive che valorizzino il ruolo della donna nella società, la sostengano nel mondo del lavoro – specie in occasione della gravidanza –  e la tutelino contro ogni episodio di violenza e discriminazione.