Non sempre la scoperta di una gravidanza è un momento felice per una donna, a volte può essere inaspettata e non voluta, altre volte ci possono essere complicanze anche gravi, come le malformazioni fetali. Una donna può quindi scegliere di chiedere un’interruzione volontaria di gravidanza e procedere all’aborto terapeutico.
La legge italiana 194 del 1978 prevede che l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) possa essere chiesta entro il 90° giorno di gestazione, l’interruzione terapeutica (ITG) entro il 180° giorno.
L’ IVG – Interruzione Volontaria di Gravidanza
Può essere effettuata entro i primi tre mesi (12+6 settimane). Come medico non obiettore posso occuparmi io di preparare in studio il certificato necessario per rivolgersi direttamente all’ospedale per la prenotazione dell’intervento. Di solito, a meno di situazioni di urgenza (ad esempio a ridosso della scadenza utile per l’IVG), l’intervento è praticato almeno dopo una settimana dalla data del certificato, per dare tempo alla donna di pensare bene alla scelta che sta per fare.
Come si svolge l’IVG?
L’intervento chirurgico si chiama raschiamento e consiste nell’apertura del collo dell’utero con degli strumenti metallici, fino alle dimensioni per far passare la cannula di isterosuzione. L’intervento si completa con il curettage, che è il grattamento delle pareti uterine con un cucchiaio metallico. L’intervento viene fatto in sedazione. Il ricovero avviene in day surgery, cioè si entra la mattina a digiuno e si esce nel pomeriggio.
Si può evitare il raschiamento?
Sì, se l’IVG è richiesta entro le 7 settimane (49 giorni), in questo caso è possibile praticare l’aborto medico tramite il mifepristone (o pillola RU486), un farmaco che blocca l’azione del progesterone. La procedura consiste nella somministrazione della pillola, che interrompe la gravidanza.
L’ITG – Interruzione Terapeutica di Gravidanza
Può essere effettuata entro il 180°giorno (sesto mese). In realtà, i progressi della neonatologia impongono un limite a 22 settimane, in quanto i feti nati dopo quest’epoca hanno una possibilità teorica di sopravvivere. L’ITG può essere richiesta per l’accertamento di malformazioni fetali, ma la legge non prevede una selezione eugenetica, per cui il certificato deve riportare che la madre avrebbe danni fisici o psicologici dal proseguimento della gestazione. L’ITG oltre le 22 settimane può essere richiesta solo all’estero, in paesi con una legislazione permissiva, come Francia e Inghilterra. In questo caso si parla di feticidio, e prevede la somministrazione di cloruro di potassio per fermare il cuore fetale.
Come si svolge l’ITG?
La paziente viene ricoverata in ospedale, ed è indotto il parto vaginale, tramite candelette di prostaglandine, applicate ogni 3 ore. L’anestesista provvede a somministrare un analgesico per via endovenosa, ma la donna rimane cosciente in tutte le fasi dell’espulsione, anche se non sente dolore. Dopo il parto, è possibile che ci sia necessità di effettuare un raschiamento (da addormentata), se la placenta non è stata espulsa completamente. La dimissione avviene il giorno successivo.
Quanto durano le perdite ematiche dopo un aborto?
Generalmente 7-10 giorni. Se il sanguinamento è persistente o compare febbre, è bene rivolgersi al pronto soccorso ginecologico di zona. La febbre, in particolare, può essere il segno di materiale ritenuto.
Quanto torna la mestruazione?
La mestruazione dovrebbe comparire entro 30-40 giorni dall’intervento. Il recupero dell’attività ormonale è però variabile, ad esempio situazioni di forte stress lo possono rallentare. In ogni caso, è consigliabile una visita ginecologica dopo un mese.
L’interruzione di gravidanza non compromette la fertilità della donna. A volte dopo un raschiamento possono crearsi aderenze che obliterano la cavità uterina (sindrome di Asherman). In questo caso viene eseguito un semplice intervento, ma i casi sono molto rari.
Una nuova gravidanza può essere cercata dopo un paio di cicli mestruali nel caso dell’IVG, e dopo almeno 5-6 mesi per un’ITG. In particolare, nel caso dell’ITG è importantissimo aspettare l’esito di eventuali esami, ad esempio genetici, effettuati sul feto malformato.
Se si è scelto di sottoporsi a un’IVG per una gravidanza indesiderata e non si desiderano figli, è bene rivolgersi al proprio ginecologo o al consultorio di zona per la prescrizione di un contraccettivo sicuro.