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Nella terza parte del mio discorso sull’alcol e la salute della donna nelle diverse stagioni della vita l’attenzione si sposta sulla menopausa e sugli anziani, sulle donne nella terza età.

Alcool e menopausa: quando siamo più vulnerabili

L’alcol alla lunga è causa di molte patologie organiche e malattie alcol-correlate alle quali le donne in menopausa sono più vulnerabili: si parla di problemi e di stati infiammatori di diverso grado di severità relativi all’apparato gastroenterico (gastrite, esofagite, steatosi, fino all’epatite acuta e cronica, alla cirrosi epatica e ai tumori oro-faringei, dell’esofago, del colon-retto, del fegato); di danni al sistema nervoso centrale e periferico, come l’atrofia cerebrale, o al sistema cardiovascolare (tromboflebiti, vasculiti, infarti, tachicardia, vasodilatazione periferica, aritmie atriali o ventricolari e fibrillazione atriale) mentre è considerato la concausa del cancro della mammella.

Numerosi studi hanno poi evidenziato che l’assunzione di alcolici riduce la produzione di cellule delle ossa (degli osteoblasti) e i livelli di calcemia (quantità di calcio), favorendo l’osteoporosi che è una delle condizioni collegate alla menopausa. Inoltre l’etanolo può ostacolare l’assorbimento di alcuni nutrienti, provocando carenze nutritive, e siccome viene smaltito con più lentezza dal fegato, può contribuire all’aumento di peso e con le sue calorie inutili favorire l’accumulo di grasso viscerale, un altro problema collegato agli equilibri ormonali di questa fase delicata della vita.

Alcol e anziani: gli effetti nella terza età

Tra gli anziani l’abitudine del “buon bicchiere di vino durante i pasti fa parte della tradizione culturale di una vita, ma spesso la dose da non superare dell’unità alcolica quotidiana (1 bicchiere da 125 ml) purtroppo non viene considerata, anche se le “Linee Guida per una sana alimentazione, revisione 2018” del Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione – CREA senza fare distinzioni tra uomini e donne raccomandano nelle persone over 65 di non superare il limite di 12 grammi di alcol giornalieri, pari appunto al famoso bicchiere di vino o lattina di birra.

Nella terza età anche il consumo moderato di alcolici può causare problemi di salute per diversi fattori, ad esempio a causa delle sue interferenze con alcune patologie e con le terapie farmacologiche quotidiane (specie con farmaci che agiscono sul sistema nervoso come tranquillanti e ansiolitici), molto diffuse quando si è in là con gli anni.

In generale le donne sono più sensibili all’alcool degli uomini a causa di differenze fisiologiche e metaboliche: avendo a parità di peso una maggiore percentuale di tessuto adiposo rispetto alla massa muscolare, hanno tessuti con meno acqua, un fattore che contribuisce a fare loro raggiungere più velocemente un tasso alcolico di quantitativo superiore a quello di un uomo, a parità di dose ingerita e poco diluita.  E comunque è un fatto che invecchiando la quantità d’acqua presente nell’organismo diminuisce, mentre organi come il fegato e i reni assolvono peggio alle loro funzioni, e nello smaltire l’etanolo risultano meno efficaci.

Specie nelle donne anziane, l’abitudine al bere alcolici anche moderata, può peggiorare anche la degenerazione della sfera neurologica e psichica, mentre può favorire cadute e fratture in persone che già soffrono di fisiologici problemi di equilibrio e ridotta mobilità.

Leggi la seconda parte sulle altre età della donna: Alcol, fertilità, gravidanza

Leggi anche la prima parte su: Alcol e il fenomeno del Binge Drinking nelle adolescenti

 

Riferimenti:

 

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