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In questi giorni ho iniziato a collaborare ad un interessante studio di Medikey sull’atrofia vaginale, denominato Vaginal Expert Program (linee guida per la pratica clinica, dalla diagnosi alla cura al follow-up).

L’atrofia vaginale (o vaginite atrofica) si ha in presenza di una mucosa della vagina poco idratata, fragile e poco tonica, quindi insufficientemente lubrificata, con ricambio cellulare e metabolismo dei tessuti significativamente rallentati.

È una condizione cronica molto diffusa di cui poche donne accennano al proprio ginecologo (interessa 1 donna in menopausa su 2). Assieme al calo delle difese naturali, essa può originare diversi disturbi all’apparato genitourinario della donna, primi fra tutti secchezza e lassità vaginale, irritazione e prurito delle mucose, stimolo frequente a urinare e dispareunia (ossia il dolore durante il rapporto sessuale) specialmente nel periodo della menopausa o dopo la gravidanza nel post-partum, entrambi connotati da un brusco calo di estrogeni.

L’atrofia vulvo-vaginale (AVV), laddove non è dovuta al naturale invecchiamento, può manifestarsi in donne di tutte le età, anche in presenza di POF (Premature Ovarian Failure), a seguito di terapie farmacologiche, cure oncologiche, errati stili di vita (fumo), o di problemi di natura genetica.

Il mio primo compito di ginecologa durante la visita medica è dunque quello di verificare nella mia paziente – a seguito di adeguata anamnesi con sospetto di AVV – la sussistenza dei sintomi clinici, con esame visivo e sulla base di un calcolo sui 5 parametri del Vaginal Health Index (pH, secrezioni, idratazione, elasticità dei tessuti vaginali e mucosa epiteliale).

Il test Vaginal Health Index, unito a un’accurata intervista orientata all’ascolto delle problematiche della persona che ho davanti, funge quindi da questionario di ricerca utile ad identificare la condizione di atrofia vaginale nella paziente e a diagosticarne il livello di gravità, tenendo in considerazione sintomi e segni clinici.

Questa procedura mi consente di scegliere il corretto trattamento e di seguirne il follow-up in modo completo, verificando l’efficacia nel tempo della terapia, in modo da poter assicurare alla donna un nuovo benessere dal punto di vista fisico e psicologico, personale e relazionale.

Esistono infatti cure mediche sistemiche e trattamenti locali per l’atrofia vaginale che, dopo attenta diagnosi, sono in grado di influire sulla stimolazione dell’epitelio e sulla rigenerazione del tessuto vulvo-vaginale, con il risultato di attenuare o correggere sensibilmente queste problematiche troppo spesso ignorate, le quali finiscono con il peggiorare la qualità della vita, la sfera intima e il rapporto di coppia di donne giovani e mature.

Per un consulto o una visita puoi contattarmi alla mail dottoressa@chiarariviello.it