Un vademecum utile ed essenziale intitolato “Buone pratiche in ginecologia” è stato presentato a Roma lo scorso ottobre al Congresso Nazionale congiunto dalle tre società scientifiche dei ginecologi: Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e Agui (Associazione Ginecologi Universitari Italiani).
Attraverso la semplice classificazione di cosa è vero e cosa è falso, il vademecum dà indicazioni sulle procedure da seguire (o da non seguire) superando le consuetudini correnti, per la tutela della salute femminile e la corretta assistenza medica alle donne nelle diverse fasi della loro vita (dalla pubertà alla gravidanza, alla menopausa).
Dagli interventi del convegno emerge come il tema della qualità e della sicurezza nell’ambito ginecologico, perseguite nel rispetto di linee guida supportate da evidenze scientifiche, assicuri un reale beneficio clinico per la donna: un tema che risulta d’importanza basilare anche nella gestione dei casi più a basso rischio che, se non trattati con la corretta modalità “potrebbero avere gravi conseguenze per le donne e, se parliamo di gravidanza, per i neonati”.
Adottare le buone pratiche in ginecologia vuol dire anche saper comprendere e applicare le ultime innovazioni in campo tecnologico, diagnostico e terapeutico: la maggiore tutela delle pazienti è inoltre garanzia di maggiori tutele per medici e operatori sanitari, quindi un mezzo per prevenire contenziosi e richieste di risarcimento del danno per malasanità.
Il vademecum delle buone pratiche in ginecologia:
- Il riposo al letto in caso di gravidanza complicata è sempre necessario. FALSO
Il riposo totale è consigliato solo in rari casi specifici, per i quali i benefici sulla gravidanza dell’immobilità prolungata superano le possibili complicanze, come il rischio trombo-embolico e la riduzione della massa muscolare. Il riposo forzato può inoltre avere effetti psicologici negativi sulla futura mamma, e dare origine a forme di colpevolizzazione in caso di un eventuale aborto.
- È tre il numero corretto di ecografie da fare in gravidanza. FALSO
Anche secondo le disposizioni dei nuovi LEA sono 2 le ecografie essenziali, funzionali alla verifica del battito cardiaco, della crescita, delle proporzioni e della posizione del feto: una da effettuare nel primo trimestre e l’altra nel secondo, tra la 19a e la 21a settimana. Un’ulteriore ecografia programmata nel terzo trimestre, tra la 30a e la 32a settimana, va valutata caso per caso dall’ostetrica/ginecologo di fiducia. Vale sempre la regola generale dell’evitare esami ed accertamenti diagnostici superflui per non medicalizzare troppo la gravidanza fisiologica, cioè priva di conclamati fattori di rischio.
- I vaccini in gravidanza sono pericolosi. FALSO
Non sono pericolosi, fatta eccezione per i vaccini vivi attenuati. Viene invece raccomandata la vaccinazione antinfluenzale che non presenta sostanziali controindicazioni per il feto, mentre in caso di un rialzo febbrile molto alto potrebbe rendersi necessario un travaglio prematuro per la futura mamma, con possibili rischi per il neonato. Va sempre comunque valutato il rapporto costo/beneficio per la singola donna.
- La diagnosi preimpianto è indicata per tutte le coppie fertili. FALSO
La diagnosi preimpianto può essere prescritta soltanto alle coppie sottoposte alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, specialmente nei casi in cui vi è presenza di alto rischio riproduttivo di patologie genetiche, in modo da rilevare per tempo eventuali malattie ereditarie gravi. Per tutte le altre coppie a basso rischio che debbono ricorrere a tecniche di fecondazione assistita non vi è in generale indicazione per l’esame, che può essere proposto a patto che vengano correttamente informate dei limiti di tale indagine diagnostica.
- Esistono soltanto soluzioni ormonali per ridurre le vampate in menopausa. FALSO
La menopausa è un evento fisiologico della vita associato a disturbi fastidiosi come vampate e palpitazioni. In presenza di una sintomatologia lieve, alla terapia ormonale sostitutiva possono essere preferiti trattamenti alternativi come i fitoestrogeni, ovvero sostanze naturali, come quelle derivanti dalla soia.
- È possibile fare diagnosi precoce dei tumori dell’endometrio. VERO/FALSO
Sebbene non ci siano ancora dati scientifici sufficienti, secondo il Presidente SIGO è ragionevole affermare che per alcuni tipi di tumori dell’endometrio, in particolare quelli ormono-dipendenti, siamo molto vicini all’obiettivo della diagnosi precoce, attraverso un impiego sistematico dell’ecografia transvaginale e della citologia endometriale. Per quanto riguarda invece altri tipi di tumori dell’endometrio, che sono in realtà meno frequenti e ricordano di più il tumore ovarico, siamo purtroppo ancora molto lontani dall’obiettivo della diagnosi precoce.
- Gli esami del sangue sono sempre necessari prima di iniziare la contraccezione ormonale. FALSO
Gli esami ematologici non sono considerati un requisito preliminare all’inizio della contraccezione ormonale nelle donne a basso rischio per le quali non sono ricercati anche benefici extra-contraccettivi. È indispensabile, sottolinea il Presidente AGUI, un’attenta anamnesi da parte del ginecologo che, sulla base del profilo personale e della storia familiare della paziente, valuterà la necessità di prescrivere indagini specifiche, ad esempio per valutare il rischio coagulativo.
- L’incontinenza urinaria si può prevenire, oltre che curare. VERO
La prevenzione dell’incontinenza urinaria deve iniziare in età riproduttiva, soprattutto in occasione della gravidanza e del parto, quando può verificarsi lo stiramento delle fibre nervose del collo dell’utero e della parete vaginale a seguito delle ultime fasi del travaglio. La riabilitazione tramite ginnastica perineale, indicata sia nell’immediato post parto, sia in menopausa per le donne sintomatiche, aiuta a preservare il tono e funzionalità dei muscoli perineali. È importante poi che le donne non si espongano a forti aumenti della pressione addominale nelle attività quotidiane.
- La somministrazione di progesterone in gravidanza può ridurre il rischio di parto pretermine. VERO
La somministrazione di progesterone alle donne che portano avanti una gravidanza singola e che abbiano già avuto un parto prematuro può ridurre il rischio di parto pretermine prima delle 34 settimane, quindi di mortalità perinatale, di peso alla nascita inferiore ai due chilogrammi e mezzo, di ricorso alla terapia intensiva neonatale. Nelle gravidanze gemellari invece il progesterone non riduce il rischio di parto pretermine.
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