Molte pazienti mi arrivano in studio negli ambulatori di Milano o Firenze con una candidosi già cronicizzata: una delle cause più importanti di tante fastidiose recidive si può identificare – qui come altrove – nell’automedicazione, favorita dalle informazioni facilmente accessibili tramite Google. L’uso indiscriminato e ripetuto di farmaci antimicotici locali o sistemici infatti può portare a resistenza al farmaco, mentre se ci si rivolge per tempo allo specialista di fiducia è possibile affrontare in maniera molto più efficace il problema, intervenendo oltre che con un trattamento mirato anti-candida anche sul ripristino dell’equilibrio della flora vaginale e dell’ecosistema microbiologico della mucosa (pH e aumento degli organismi produttori di acido lattico) e impostando il corretto stile di vita per prevenire recidive. Per fare chiarezza ho deciso di scrivere quindi questo post, con la speranza di contribuire a evitare per questa – come per altre patologie – i dannosi fai-da-te della medicina.
La Candida albicans è un fungo saprofita (ossia che si ciba di cellule morte) della famiglia dei Saccaromiceti, che in condizioni normali si trova assieme ad altri microorganismi della flora microbica nel cavo orale, nella mucosa gastrointestinale e in quella vaginale, oltre che sulla cute, ed è attivo nella digestione degli zuccheri mediante un processo di fermentazione. Solo in caso di disequilibrio o in presenza di difese immunitarie abbassate può provocare infezioni e disturbi infiammatori come la vaginite (o la balanite negli uomini) e proliferare in modo anomalo con candidosi anche sulle altre mucose (nella mucosa orale ad esempio si parla di mughetto).
La candidosi vaginale è talmente comune che in forma episodica interessa almeno una volta nella vita ben il 50 -75% delle donne, mentre nel 4-8% diventa un’infezione cronica a volte difficile da trattare. Personalmente vedo queste statistiche ufficiali coincidere notevolmente con la mia esperienza quotidiana di ginecologa, dato che come premettevo sempre più spesso mi capita di diagnosticare questo tipo di infiammazioni nelle donne un po’ di tutte le età che visito abitualmente nello studio di Milano e negli ambulatori fiorentini.
La maggior parte delle infezioni da candida hanno come responsabile la Candida albicans, mentre in casi più limitati – più frequenti nelle recidive dopo l’utilizzo di antibiotici (imidiazoli) specifici per la Candida albicans o connessi alla presenza di HIV – si parla di Candida tropicalis e Candida glabrata.
Cause della candidosi
Disequilibri nella flora vaginale con alterazioni tali da far proliferare la Candida oltre misura sono spesso connessi a variazioni del pH vaginale e della concentrazione di lattobacilli, spesso al grado di ossigenazione e di umidità della vagina, e possono essere favoriti da uno o più dei seguenti fattori:
- utilizzo prolungato di farmaci come antibiotici o corticosteroidi o alcuni contraccettivi
- stato generale di stress, postumi da chemioterapia o trapianto
- variazioni ormonali, in particolare degli estrogeni, e momenti dell’età biologica (mestruazioni, gravidanza, menopausa)
- trasmissione sessuale
- condizioni generali di salute (patologie come l’ipoglicemia, il diabete o l’HIV)
- anemia, alcolismo, tabagismo
- igiene personale e del partner (l’uso eccessivo di detergenti intimi aggressivi o di spray intimi deodoranti)
- contatto delle parti intime con fibre sintetiche e indumenti troppo aderenti
- infiammazioni intestinali, del colon
- alimentazione ricca di zuccheri raffinati, fermenti, lieviti, ma povera di alcune sostanze nutritive come sali minerali e zinco, vitamine A, C, Beta-Carotene
- particolare conformazione anatomica del tratto vulvo-anale
- presenza di intolleranze alimentari che favoriscono l’infiammazione intestinale
- frequentazione di ambienti umidi “a rischio” come palestre e piscine
- mercurio delle vecchie otturazioni dentarie, cui è associato un aumento di candidosi
L’antibiotico in particolare inibisce la produzione di sostanze nutritive (come la di vitamina B, prodotta dalla flora in equilibrio, coinvolta nel mantenimento del giusto grado di acidità del pH del terreno intestinale).
Sintomi della candidosi
Prurito locale, arrossamento, a volte bruciore nelle parti intime e perdite vaginali biancastre sono i sintomi più evidenti di un’infezione da candida, ma possono essere presenti anche uno stato di stanchezza generale, lievi disturbi intestinali o di stomaco e in alcuni casi rilevabili chiazze rosse nella pelle della parte lombare della schiena, su natiche e cosce. Si possono anche avvertire disuria (dolore nell’urinare) e dispareunia (dolore durante la penetrazione sessuale). La candida può anche irritare e desquamare la pelle del gomito, dell’inguine, dell’ano, o delle pieghe tra le dita dei piedi; se trascurata può entrare in circolazione nel sangue e colpire anche altri organi, causando anche enteriti, e in alcuni casi, persino moniliasi polmonare ed endocarditi croniche.
Diagnosi
La diagnosi di candidosi vaginale – soprattutto nei casi più importanti – avviene tramite esame obiettivo, ricercando la presenza del fungo attraverso l’esecuzione di uno striscio vaginale nella donna (colposcopia) e di un tampone uretrale nell’uomo, con coltura in laboratorio.
Cura
La principale profilassi per la cura della candidosi femminile in forma lieve consiste nell’applicazione locale per alcuni giorni di ovuli antifungini, creme vaginali o lavande. Recidive o infiammazioni croniche più importanti, da candida non albicans vengono trattate con una terapia antimicotica orale con cicli più lunghi a base di fluconazolo, clotrimazolo, econazolo o itraconazolo, nistatina e amfotericina B.
Se si instaura durante la gravidanza o in concomitanza con malattie croniche come diabete ed HIV, la candidosi viene classificata come forma complicata e va trattata con profilassi mirate.
Nel trattare una candidosi è di fondamentale importanza riequilibrare bene la flora intestinale con l’introduzione di probiotici (Enterococcus faecium, Saccharomyces boulardii, Bifidobatteri vari, Lactobacillus rhamnosus e Acidophilus): lo stato di equilibrio della candida dipende infatti dalla presenza di flora “buona” nell’intestino, composta da bifidobatteri e lattobacilli acidofili, che hanno la funzione di mantenere il corretto pH intestinale, di rendere biodisponibili le vitamine e di difenderci contro i microrganismi patogeni.
Per l’igiene intima sono indicati i lavaggi con prodotti a base di fermenti lattici e le lavande vaginali con bicarbonato, che contrasta l’ambiente eccessivamente acido preferito dal fungo.
In presenza di candidosi è preferibile astenersi dai rapporti sessuali per evitare di acuirne i sintomi e infine di contagiare il partner; per le forme recidivanti si rende necessario anche il trattamento del partner stesso.
Dieta anti candidosi
È risaputo come una dieta equilibrata abbinata a stili di vita corretti e attività fisica regolare aiuta a potenziare le difese immunitarie. Nel caso specifico è raccomandata l’eliminazione di cibi che possono facilitare la colonizzazione della candida (zuccheri e carboidrati) e dei lieviti: meglio evitare zucchero, alcolici, arachidi, segale, cibi industriali, alimenti stagionati, affumicati, in scatola, insaccati e formaggi a pasta dura e limitare mais, grano, orzo. Sì a un’alimentazione a base di verdura frutta e fibre, con semi di lino, noci e legumi come fonte di Omega-3, assieme a yogurt o altri alimenti pro e prebiotici utili per l’equilibrio della flora batterica intestinale.
La candida produce un enzima, la tiaminasi, antagonista della vitamina B1: si consiglia quindi l’assunzione di un complesso vitaminico B a supporto della dieta anti-candidosi.
Se da un po’ di tempo ti riconosci nei sintomi qui descritti, ti consiglio di rivolgerti al tuo ginecologo di fiducia o a uno specialista della tua città, per avere una diagnosi corretta e ottenere la cura più adeguata per la candidosi; se desideri un mio consulto, in qualità di ginecologa io ricevo le mie pazienti sia negli ambulatori di Milano che di Firenze.