Il cordone ombelicale intorno al collo è un evento abbastanza comune che non deve portare a eccessivo stress, né durante la gravidanza, né durante il travaglio. Studi recenti attestano che non è associato a un aumento di morbilità o mortalità del feto durante la gravidanza, quindi non è affatto di per sé un elemento di pericolo per stabilire un rischio a priori.
Generalmente le mie pazienti-mamme di Milano e Firenze si tranquillizzano subito sull’argomento, non appena comunico loro un paio di numeri sulla sua diffusione e sulla scarsa incidenza delle complicanze correlate: i neonati che nascono con un giro di cordone ombelicale attorno al collo rappresentano infatti circa un terzo delle gravidanze, mentre l’incidenza di due o tre giri di funicolo è decisamente inferiore (tra il 2.5% e l’8.3% i primi, e meno dell’1% i secondi).
I giri di cordone possono variare da 1 fino a 4 e uno studio recente[1] rileva come anche durante il travaglio la loro presenza non causi problemi, spiegandoci come gli eventuali effetti del funicolo attorno al collo si rivelino per lo più transitori, sulla base della maggioranza dei neonati monitorati in questa condizione con punteggi Apgar tra 7 e 10 a un minuto dalla nascita, con solo il 5.2% dei bambini con un punteggio inferiore a 7 dopo 5 minuti.
È davvero molto raro (0.4.-0.6%) che il cordone ombelicale intorno al collo – anche con giri multipli – porti a esiti negativi da asfissia dovuti al blocco completo del flusso d’ossigeno al bambino.
I giri attorno al collo hanno origine dal caso e possono essere favoriti dal muoversi eccessivo del feto o dalla lunghezza del cordone ombelicale, che aumenta di settimana in settimana: solitamente si parla di una lunghezza media di 50-60 centimetri.
Il loro effetto più evidente può essere una lieve riduzione dell’attività fetale dopo la 37ma settimana di gravidanza, ma purtroppo il loro effetto più deleterio è quello di sollevare dubbi e paure immotivate nei futuri genitori, facilitando a volte il ricorso a un taglio cesareo non necessario.
Per capirci, il semplice cordone intorno al collo del feto (in presenza di tutti gli altri parametri rilevati nella norma) è considerato in sala parto condizione “di routine”, tanto che la maggior parte delle volte non viene nemmeno menzionata in cartella, mentre l’ostetrica per regola – in assenza di emergenze e anomalie – fino alla fine del travaglio evita la manipolazione del cordone per non provocare compressioni e complicanze, limitandosi a compiere le manovre di prassi per liberare la testa del neonato solo in fase espulsiva. Un funicolo che si presenta non troppo serrato attorno al collo infatti diventa facilmente sfilabile dalla testa del neonato non appena questa appare disimpegnata. In caso contrario, esiste comunque una tecnica ostetrica per sfilare il cordone al di sopra delle spalle del bambino.
In presenza di un cordone molto stretto, alcuni ricorrono al clampaggio e lo recidono prima del completamento della nascita. Questa tecnica è però molto discussa per il taglio precoce del cordone che può causare stress e carenza di ossigeno al neonato, mentre il ridotto apporto di ossigeno che può derivare da una parziale momentanea strozzatura del cordone durante il travaglio si risolve con naturalezza subito dopo la nascita, quando il collo del bambino viene liberato e si lascia il cordone attaccato fino a che il suo pulsare cessa.
Generalmente la paura che un cordone accorciato dai giri attorno al collo trattenga il bambino all’interno della mamma, senza permettergli di incanalarsi per nascere, è esagerata, per il semplice fatto che durante il travaglio attraverso le contrazioni il fondo dell’utero, la placenta e il cordone ombelicale scendono naturalmente verso il canale del parto, in simultanea con il bambino e lo accompagnano. Quando la testa del bambino si incanala nella vagina la trova accorciata molto rispetto alla sua lunghezza naturale, per cui in genere il funicolo è sufficientemente lungo; nel caso fosse troppo corto, caso assai raro, si manifesterà uno scarso progresso del travaglio e stress fetale e il bambino spesso si disporrà in posizione podalica prima dell’inizio del travaglio.
Ma come è fatto e come funziona il cordone ombelicale?
Facciamo un po’ di chiarezza: impropriamente a volte si sente parlare di “strozzatura” del cordone ombelicale attorcigliato attorno al collo i genitori pensano al classico soffocamento come effetto di questo “stringere” il collo: in realtà un bambino nel grembo materno per respirare non usa ancora i polmoni (che come gli altri organi si stanno sviluppando), ma i villi coriali della placenta, quindi per lui avere il cordone intorno al collo o attorno a un braccio è insignificante dal punto di vista respiratorio. La placenta è infatti l’organo che si forma nelle pareti dell’utero per provvedere alle funzioni vitali del feto e alla sua crescita, apportando ossigeno e nutrimento ed eliminando i suoi prodotti di rifiuto. Il cordone ombelicale o funicolo collega il feto alla placenta, ed è attraverso di esso che il bambino con il sangue materno che proviene dai villi coriali assume ossigeno ed espelle anidride carbonica. Il funicolo tra l’altro contiene cellule staminali emopoietiche, che potrebbero venire utilizzate – se prelevate e conservate correttamente – per la cura di alcune malattie importanti e per il trapianto di midollo.
Nel cordone si forma una spirale fatta di tre vasi sanguigni, ossia le due arterie e la vena ombelicale, protetta da un tessuto connettivale chiamato gelatina di Wharton. Questo tessuto rende il cordone scorrevole e protegge i vasi dalla compressione e dagli effetti di possibili nodi (1% delle nascite).
Se per qualche motivo dovuto a compressione o altro il flusso nel cordone si interrompe, il bambino può andare in carenza di ossigeno ed essere soggetto progressivamente a ipossiemia, ipossia ed asfissia. Se l’asfissia si protrae per più di 10-15 minuti può non esserci possibilità di ripresa: essa può portare purtroppo a danni permanenti negli organi principali (reni, cuore e cervello) fino alla morte, come in un caso di asfissia acuta che ho recentemente affrontato in qualità di ginecologa forense.
In assenza di anomalie rilevate e altri indicatori di stress fetale il solo cordone ombelicale intorno al collo, che come si è visto non è né un evento raro né connesso direttamente a rischi per la salute del bimbo, di per sé NON rappresenta una valida indicazione né per il taglio cesareo né per l’induzione del travaglio: la presenza di un cordone anche molto stretto intorno al collo infatti secondo studi recenti non aumenta il rischio perinatale, ed è molto improbabile che influisca sullo stress fetale o su un travaglio che non progredisce.
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[1] Arch Gynecol Obstet. 2006 May;274(2):81-3. Epub 2005 Dec 23. Nuchal cord is not associated with adverse perinatal outcome. Sheiner E1, Abramowicz JS, Levy A, Silberstein T, Mazor M, Hershkovitz R.
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