Fertilizzazione in vitro per la sterilità FIVETSi tratta di una tecnica di secondo livello invasiva che viene utilizzata in presenza di:

  • fattori femminili: patologia bilaterale delle salpingi
  • fattori maschili: quantità insufficiente di spermatozoi che non permettono una fecondazione intrauterina
  • altre cause: mancato raggiungimento della gravidanza dopo sei tentativi di fecondazione intrauterina

La tecnica prevede le seguenti tappe:

  • 1 fase, (induzione dell’ovulazione). Si procede alla somministrazione di ormoni follicolo-stimolanti (in alcuni casi dopo somministrazione di antagonisti di GnRH per incrementare la risposta ovarica) sotto monitoraggio ecografico per valutare la risposta follicolare e della risposta estrogenica. Una volta raggiunti adeguati livelli ormonali, e adeguato numero e dimensione dei follicoli, s’innesca la maturazione degli ovociti tramite l’iniezione dell’ormone LH (luteostimolante) o di hCG (gonadotropina corionica).
  • 2 fase (fecondazione in vitro). 36 ore dopo la somministrazione dell’LH (o HCG), viene eseguito il pick-up (prelievo degli ovociti) mediante una puntura dei follicoli che li contengono, sotto controllo ecografico vaginale e aspirazione del liquido al loro interno. Il liquido prelevato viene analizzato dal biologo separando gli ovociti. Gli ovociti resteranno alcune ore nel mezzo di coltura, mentre il seme viene opportunamente preparato (come nel caso dell’inseminazione artificiale). Successivamente, il biologo realizza l’inseminazione inserendo gli spermatozoi (tra 50.000 e 100.000 spermatozoi mobili) nel mezzo di coltura dove avverrà la fecondazione. Dopo circa 24 ore, verrà valutato il numero di ovociti fecondati con successo. Certamente, maggiore è il numero degli ovociti che si ottengono maggiori sono le possibilità di ottenere embrioni.
  • 3 fase, (trasferimento). Tra il primo e il terzo giorno, gli ovociti fecondati (zigoti) generano embrioni dopo la loro divisione; a questo stadio vengono trasferiti nell’utero materno. Prima del trasferimento, si selezionano due o tre embrioni, che vengono introdotti, con una piccola quantità di mezzo di coltura, in un sottile catetere. Il catetere sarà introdotto sotto la supervisione ecografica addominale fino al fondo uterino, dove verranno depositati gli embrioni. Di tutti gli embrioni trasferiti, generalmente se ne impianterà soltanto uno ma è necessario ricordare che in alcune occasioni possono impiantarsene di più, dando luogo a una gravidanza plurima.
  • 4 fase (crioconservazione). Gli embrioni che non sono stati trasferiti vengono congelati in idrogeno liquido (crioconservazione) e depositati in una banca apposita, dopo essere stati catalogati. Gli embrioni possono poi essere utilizzati in fasi successive se la donna non avesse ottenuto la gravidanza al primo tentativo. Questo semplifica e rende più conveniente la procedura, sebbene si riducano le possibilità di successo delle gravidanze successive.

Percentuali di successo: dipendono dai centri, dall’età della donna, dalla qualità del seme: ad ogni tentativo sono circa il 48-61% sotto i 34 anni, il 40-45% tra i 35 e i 37 anni, il 30-35% tra i 38 e i 40 anni e inferiori al 25% oltre i 40 anni.

Per maggiori dettagli sulla fecondazione assistita, consulenze e visite specialistiche, puoi contattarmi alla mail dottoressa@chiarariviello.it