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  1. Gravidanza extrauterina: cos’è
  2. Come si fa la diagnosi
  3. Come si cura
  4. Cosa si deve fare dopo aver avuto una gravidanza extrauterina

La gravidanza extrauterina (GEU) o ectopica è caratterizzata dall’impianto di un ovulo fecondato in una sede diversa dall’utero (per il 95% dei casi riguarda le tube di Falloppio) per un malfunzionamento delle tube che può avvenire per motivi diversi (processi infiammatori, sbalzi ormonali, infezioni, aderenze e alterazioni delle mucose) molti dei quali ancora non si conoscono del tutto: si è visto che questa anomalia interessa più facilmente le donne al di sopra dei 35-40 anni e comprende quasi il 2-3% di tutte le gravidanze. L’impianto dell’ovulo può essere seguito o meno dalla formazione di un sacco gestazionale, con o senza strutture embrionali, e nel 70% dei casi si risolve in aborto spontaneo nel giro di 4 settimane dal concepimento.

In casi più rari o rarissimi, al di fuori della gravidanza tubarica si possono avere gravidanze delle ovaie (con un’incidenza di 1:34 rispetto alle gravidanze tubariche), addominali (a livello peritoneale), interstiziali, o a livello del canale cervicale; ancor più raro, sebbene in leggero aumento per la quantità di parti cesarei effettuati, l’impianto di una gravidanza sulla cicatrice di un taglio cesareo (scar pregnancy). Si parla poi di gravidanza eterotopica, quando alla presenza di una normale gravidanza intrauterina si abbina la gravidanza ectopica (ricorrenza stimata tra 1: 8000 e 1: 30000).

La gravidanza extrauterina se non riconosciuta e prontamente trattata può mettere la donna in serio pericolo di vita, come causa di emorragie interne e rottura dell’organo su cui è impiantata, oppure portare a complicanze invalidanti come l’asportazione dell’utero o della tuba.

A  partire dalla quinta settimana dal concepimento può presentare sintomi molto simili a quelli di una gestazione normale: dolori alla parte bassa della pancia e lombari, fastidio al seno, mal di schiena, nausea, assenza di mestruazioni, test di gravidanza positivo. Può presentare anche un certo sanguinamento che può essere scambiato per ciclo mestruale: preso per il ciclo: se questi disturbi di perdite e dolori mostrano un repentino peggioramento, è importante recarsi al pronto soccorso al più presto, perché potrebbe essere necessario intervenire con urgenza per l’insorgenza di complicanze emorragiche da gravidanza extrauterina.

GEU: la diagnosi

La diagnosi di una gravidanza extrauterina viene fatta prima di tutto abbinando alla diagnostica per immagini dell’ecografia transvaginale (TV) l’analisi del sangue sul dosaggio sierico della Beta-HCG ematica (ossia di gonadotropina corionica, un ormone prodotto dalla placenta che durante la gravidanza raddoppia continuamente, mentre nella GEU progredisce in misura molto minore).

La precisione e la scelta dei criteri diagnostici nell’ecografia – al di là del comune rilevamento della presenza di sacco gestazionale in utero come elemento d’esclusione di gravidanza extrauterina – dipende molto dalla condizione della gravidanza ectopica al momento dell’indagine, quindi dall’epoca gestazionale, dal tipo e posizione dell’impianto (gravidanza tubarica o in altre sedi), dalla presenza dello specifico segno ecografico di gravidanza extrauterina che si chiama “tubal ring”.

Un primo segno morfologico di grande importanza per la diagnosi, soprattutto se abbinato a determinati valori di Beta-HCG (maggiori di 1000-1800 IU/L), è l’aspetto della rima endometriale, che presenta un moderato ispessimento e diventa iperecogena, ossia riflette in grande quantità gli ultrasuoni dell’ecografo.

Gravidanza extrauterina: cure e terapie

Dal semplice monitoraggio in “vigile attesa” delle Beta-HCG assieme a indagini ecografiche settimanali (per le pazienti con valori bassi per cui è prevista una risoluzione spontanea della gravidanza tubarica), alle terapie farmacologiche per interrompere la crescita dell’embrione (iniezioni di Methotrexate), fino agli interventi chirurgici quali laparoscopia o laparotomia: sono queste le principali opzioni di cura scelte in base al quadro clinico della paziente e alle esperienze degli specialisti. Al trattamento chirurgico laparoscopico conservativo o demolitivo (salpingostomia o salpingectomia) si ricorre per le pazienti che presentano controindicazioni per le terapie mediche, o in caso di fallimento delle stesse.

Dopo una gravidanza ectopica: cosa si deve fare

In generale chi ha già subito una gravidanza extrauterina ha una probabilità tre volte maggiore di sviluppare nuove gravidanze ectopiche: è bene quindi sottoporsi a regolari controlli di ecografia transvaginale: è una tecnologia che negli ultimi anni ha assunto un ruolo fondamentale nella diagnosi precoce della GEU, utile nel ridurre il numero di interventi chirurgici, nel favorire il ricorso a terapie conservative mediche, e in grado di salvare la vita alla paziente, ma anche di preservarne la capacità riproduttiva.

Alle pazienti trattate con methotrexate, che nel breve periodo potrebbe influire sullo sviluppo di un nuovo embrione, si consiglia di far trascorrere almeno tre mesi prima di avviare una nuova gravidanza. A chi ha subito una laparotomia conservativa bastano invece due mesi.

Un ruolo importante nella prevenzione lo hanno anche gli stili di vita: è consigliabile evitare il fumo che favorisce la GEU e avere rapporti protetti, per evitare l’insorgere di infezioni e processi infiammatori causati dalle malattie sessualmente trasmissibili come la Chlamydia o dalla malattia infiammatoria pelvica.

Ascolta in mio intervento alla Radio sulla gravidanza extrauterina.

Per richiedere un consulto medico online o semplicemente per prenotare una visita ginecologica puoi contattarmi qui o prenotare onlineIn qualità di ginecologa ostetrica ricevo tutte le settimane le mie pazienti negli studi di Milano e Firenze.

 

 

*Foto di DanaTentis da Pixabay