Il vaccino del papilloma virus

Dal febbraio 2007 è stato autorizzato in Italia l’uso del primo vaccino contro il papilloma virus (HPV), importante fattore di rischio del tumore del collo dell’utero. Molte perplessità e critiche seguono all’introduzione di questa nuova arma terapeutica, vediamo perché.

In Italia il tumore del collo dell’utero colpisce circa 3500 donne ogni anno: l’incidenza più elevata si ha attorno ai 45 anni di età, mentre è praticamente assente sotto ai 25 anni.

Oggi l’arma migliore contro questo tumore è il Pap Test, un esame semplice e innocuo, che permette di identificare la presenza di lesioni anche piccolissime e di curarle tempestivamente prima che si trasformino in tumore.

In Toscana e in altre regioni italiane sono attivi programmi di prevenzione (screening) rivolti a tutte le donne di età compresa fra 25 e 64 anni: queste donne vengono invitate dall’Azienda USL a effettuare un Pap Test completamente gratuito ogni 3 anni.

Come si contrae l’infezione da papilloma virus?

Esistono oltre 120 diversi tipi (ceppi) di HPV, molti dei quali non infettano l’uomo e non causano malattia. Alcuni ceppi come il 6, 11,16, 18, possono provocare in 1 caso su 4 lesioni benigne (condilomi) oppure altre lesioni che invece, se non trattate, possono portare a tumori alla cervice uterina. Dal momento dell’infezione all’eventuale sviluppo del tumore possono passare anche 20-30 anni. Il virus HPV si trasmette solitamente con i rapporti sessuali, completi e non: si tratta di un’infezione comune e si stima che nel mondo oltre il 75% delle donne siano state infettate dal virus durante la loro vita. Nella maggioranza dei casi la donna non se ne accorge: infatti, in 3 casi su 4 l’infezione è asintomatica.

Che cos’è e come funziona il vaccino?

Si tratta di un vaccino contro alcuni ceppi del papilloma virus (HPV). Esistono vaccini bivalenti contro l’HPV 16 e 18 (Cervarix®) e quadrivalenti contro i tipi 6, 11, 16, 18 (Gardasil®;). Il vaccino è composto da proteine del virus e non contiene DNA virale.

Il vaccino deve essere somministrato tramite una iniezione intramuscolare. Sono previste 3 dosi: la prima al tempo 0, la seconda dopo 2 mesi e la terza dopo 6 mesi dalla prima dose.

Il vaccino è offerto gratuitamente dalle strutture pubbliche dal 2008 a tutte le bambine dall’età di 12 anni e questo perché, trattandosi di un vaccino preventivo e non terapeutico, deve essere somministrato ad una persona sicuramente non infettata dal virus, condizione che si ha soltanto prima del primo rapporto sessuale.

Qual è l’efficacia della vaccinazione?

Gli studi realizzati fino ad oggi hanno coinvolto donne di età inferiore a 26 anni che non erano state contagiate dal virus. In queste donne la vaccinazione è efficace nel prevenire il 98% dei casi di infezione dovuta ai ceppi di HPV del vaccino e le lesioni precancerose correlate, cioè quelle che possono precedere lo sviluppo del tumore. Inoltre permette di prevenire anche altre lesioni, i condilomi, non legate allo sviluppo dei tumori.

È fondamentale ricordare che la vaccinazione è un alleato importante per ridurre il rischio di tumore, ma da sola non basta. Il vaccino, infatti, protegge da lesioni benigne (condilomi) associate a due dei ceppi virali del vaccino (HPV 6 e 11) e previene lesioni pre-cancerose associate agli altri due ceppi del vaccino (HPV 16 e 18), che costituiscono circa il 70% dei casi.

Resta, dunque, un 30% di casi che non sono protetti dalla vaccinazione e proprio per questo è molto importante che in futuro le donne, anche se vaccinate prima della pubertà, si sottopongano con regolarità al Pap Test ogni 3 anni.

Quali sono gli aspetti discutibili della vaccinazione?

Dall’introduzione in commercio dei due vaccini contro il HPV si sono delineate opinioni contrarie a riguardo, polemiche e dubbi sull’elevato costo, sulla sua efficacia nel lungo periodo e sulla sua proponibilità come vaccinazione di massa in una popolazione di dodicenni.

È importante ricordare che:

  • Vaccinarsi non protegge dalle altre malattie sessualmente trasmesse (HIV, HCV, sifilide, chlamydia e micoplasma).
  • Vaccinarsi non esime dall’eseguire il Pap Test che è e resterà l’unico vero strumento di prevenzione del tumore della cervice uterina.