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Nella mia attività di ginecologa forense a Milano e Firenze mi è capitato diverse volte di essere interpellata da una delle due parti in causa per un parere specialistico legale sulle conseguenze ginecologico/ostetriche di traumi da incidente d’auto in cui fosse coinvolta una donna in età fertile o in gravidanza.

Un’attenzione particolare spesso viene posta sulle diverse possibili ripercussioni sulla sfera ostetrico/genitale – e in dettaglio sulle gravidanze – a seguito di fratture al bacino subite dalle donne o bambine in occasione di incidenti automobilistici o di altra natura.

Le conseguenze di un trauma importante alle ossa del bacino, all’acetabolo o alle ossa iliache, magari con asportazione chirurgica della milza (splenectomia) possono peggiorare la qualità della vita della donna in età fertile con ripercussioni permanenti:

  1. sui rapporti sessuali e sulla fertilità dovuti allo stress e alla presenza di sintomi dolorosi durante la penetrazione
  2. sulla gravidanza, a seguito ad esempio della splenectomia che è un fattore di rischio in gravidanza. Studi1 hanno dimostrato che da una parte aumenta il rischio di infezioni (la milza è un organo linfopoietico) dall’altra parte determinando l’aumento delle piastrine aumenta il rischio di trombosi in gravidanza. In ultimo vari studi hanno dimostrato che in donne che hanno subito la splenectomia c’è un aumentato rischio di parto prematuro.
  3. sul parto vaginale

Su quest’ultimo punto bisogna tenere conto che durante il parto la testa del feto si confronta con i diametri del bacino, che forma un canale paragonabile ad un cilindro irregolare, con asse ricurvo in avanti. Ovviamente solo l’integrità anatomica delle strutture che lo compongono permette la nascita naturale del bambino, rendendo possibile l’adattamento dei diametri della testa fetale a quelli via via inclinati degli strati superiori, medio e inferiori del bacino, a meno che non si sia in presenza di feto macrosoma o di una mal posizione della testa fetale.

Pur essendo un insieme di ossa e articolazioni rigide, nel corso del parto infatti le strutture fibrose del bacino subiscono un movimento di allentamento al fine di aumentare lo spazio pelvico e favorire il passaggio fetale, soprattutto in corrispondenza del sacro e della sinfisi pubica.

Le condizioni ortopediche che invece costituiscono indicazione assoluta al taglio cesareo sono quelle che comportano un’insufficiente ampiezza del canale del parto, nella statica e nella dinamica.

A seguito di lesioni traumatiche al bacino e in presenza di mezzi di sintesi (viti , chiodi o placche) o  di sopraggiunti ostacoli all’articolarità delle sacro-iliache o che bloccano la sinfisi pubica, si possono verificare condizioni tali da costituire indicazione relativa al taglio cesareo, dal momento che la possibilità di partorire per via vaginale viene assolutamente ridotta, come confermato dalla letteratura scientifica che identifica un maggior rischio di ricorso al taglio cesareo in caso di pregresse fratture del bacino.

[1]  Riehl JT1.Caesarean section rates following pelvic fracture: a systematic review. Injury. 2014 Oct;45(10):1516-21. Epub 2014 Apr 3.

 

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*Foto da Pixabay