Si tratta di una tecnica di primo livello poco invasiva e viene utilizzata in presenza di:
- fattori femminili: nel caso di patologie del muco cervicale, di disfunzioni ovariche o di compromissione monolaterale di una tuba
- fattori maschili: nel caso d’impotenza o di media qualità dello sperma
- cause miste: nel caso di difficoltà coitali o combinazioni di qualcuno dei precedenti fattori
- sterilità di origine sconosciuta (S.O.S.): quando non si conosce la ragione della sterilità perché l’esame della coppia non mette in evidenza alterazioni conosciute
Il procedimento d’inseminazione uterina prevede le seguenti tappe:
- 1 fase – stimolazione dell’ovulazione: per stimolare l’ovulazione si utilizzano ormoni follicolo-stimolanti (FSH) e si effettua un controllo del ciclo attraverso un monitoraggio ecografico dello sviluppo follicolare ovarico. Una volta che il numero e la dimensione dei follicoli (questa tecnica punta essenzialmente a svilupparne uno solo) sono adeguati, si avvia la maturazione dell’ovocita attraverso la somministrazione di farmaci a base di LH (ormone luteostimolante) o hCG (gonadotropina corionica).
- 2 fase – preparazione del campione del seme: lo stesso giorno in cui si effettuerà l’inseminazione, il partner avrà consegnato il campione del seme al centro di PMA. Il campione sarà sottoposto a trattamento per ottenere una selezione di spermatozoi mobili adatti alla fecondazione, tendendo a eliminare quelli potenzialmente inadatti.
- 3 fase – inseminazione: il campione preparato, chiamato “volume d’inseminazione”, viene iniettato nell’utero attraverso un ago molto sottile, nello stesso giorno in cui è prevista l’ovulazione. Si tratta di un procedimento molto semplice, generalmente indolore.
La IUI presenta un alto indice di successo. L’iniziale qualità del seme è comunque decisiva per garantire il risultato finale; da questa dipende il numero degli spermatozoi mobili che potranno essere recuperati. Se al terzo o quarto tentativo d’inseminazione artificiale non si ottiene una gravidanza, è fortemente raccomandato passare a tecniche più invasive, come la fecondazione in vitro, praticata convenzionalmente o attraverso la microiniezione intracitoplasmatica di uno spermatozoo (ICSI).
Percentuali di successo: circa il 17% ad ogni tentativo sotto i 35 anni e il 14% sopra i 35 anni.
Svariati sono i fattori che possono influenzare l’esito della IUI; va comunque tenuto presente il fattore età, la durata dell’infertilità, la morfologia e la motilità del liquido seminale, lo spessore endometriale, l’esatta temporizzazione della inseminazione intrauterina stessa.
I principi su cui si basa tale metodica sono rappresentati da:
- monitoraggio ecografico dell’ovulazione attraverso ecografie transvaginali seriate atte a stabilire il momento migliore per l’inseminazione;
- preparazione del liquido seminale attraverso metodiche biologiche atte a migliorare la qualità del seme stesso (swin up, gradiente di Percoll etc.)
- deposizione del seme direttamente in utero con speciali cannule flessibili.
Per maggiori dettagli sulla fecondazione assistita, consulenze e visite specialistiche, puoi contattarmi alla mail dottoressa@chiarariviello.it