L’evento dell’aborto spontaneo può capitare nella vita di molte donne, una volta, due…o più di due. Può succedere nelle prime settimane di gravidanza oppure in una fase più avanzata.
Ogni donna lo vive in modo individuale, non paragonabile a quello di nessun’altra. Non c’è un modo giusto o un modo sbagliato di farlo; è importante però che le emozioni legate a tale esperienza vengano elaborate.
Ciascuno ha la propria storia, la propria personalità. Il significato simbolico e l’investimento emotivo attribuiti ad una gravidanza possono essere i più disparati.
In alcuni casi perdere un bambino, anche solo dopo poche settimane, può essere vissuto come un vero e proprio lutto, un dolore difficile da esprimere e da comprendere; un passaggio dal pieno al vuoto.
L’anima ne è profondamente scossa, anche se all’esterno sembra che nulla sia accaduto: c’era un bambino e adesso non c’è più, forse ne arriverà un altro o forse no, ma quel figlio mai più. Ci vuole una forte sensibilità per potere comprendere davvero, è difficile capire la profondità della relazione che già si era creata tra madre e feto.
Dopo quest’esperienza dolorosa la donna può sentirsi vulnerabile, fragile, inadeguata: sensazioni frequenti, che vanno vissute ed elaborate, per evitare che intacchino il più profondo senso di autostima personale e si generalizzino ad altri ambiti della vita.
Si parla poco e superficialmente di questo tipo di perdita e condividere la propria esperienza alla ricerca di un po’ di consolazione a volte può significare scontrarsi con luoghi comuni. Molte donne raccontano come il loro dolore sia stato sminuito o generalizzato; raccontano di essersi sentite sole, incapaci, fallite. Frequente è anche il senso di colpa o la vergogna.
Ciò può portare ad imporsi di non pensarci, cercando di far finta che niente sia accaduto. In realtà, un tale atteggiamento può congelare il lutto, prolungandolo nel tempo.
Spesso è necessario che arrivi il momento per fermarsi ad ascoltare le proprie emozioni e i propri stati d’animo: è necessario trovare il canale che permette al dolore di esprimersi e fluire, lasciando spazio al nuovo.
Quando una ferita emotiva rimane silente può portare a chiudersi in se stessi, in una dimensione in cui vivere il presente diventa estremamente difficile e faticoso, bloccate tra un passato doloroso e un futuro che non si realizza.
Anche nella di coppia la perdita può essere vissuta in modi diversi: può esserci condivisione, sostegno reciproco, senso di vicinanza; viceversa può succedere che un tale evento allontani, e le diversità tra maschile e femminile si scontrino. Frequentemente c’è un calo del desiderio sessuale, che può essere legato allo stato depressivo conseguente alla perdita, oppure alla paura, anche inconscia, di affrontare un’altra gravidanza.
A volte c’è il desiderio immediato di riprovarci, di avere subito un altro figlio. In questi casi bisogna fare attenzione che il sesso non diventi finalizzato al concepimento, perdendo l’aspetto ludico.
Saper chiedere aiuto alle persone giuste, trovare la chiave per comunicare con il partner e condividere l’esperienza vissuta nell’aborto spontaneo è molto importante.
Il dolore spesso è crescita: lasciarlo fluire per accogliere nuovi significati aiuta a fare in modo che il desiderio di un figlio rimanga tale e non diventi un bisogno di riempire dei vuoti.
Scritto dalla Dottoressa Clementina Parisi, psicologa.