La placenta, un organo vitale per il feto

Sono 2 gli organi che collegano il sistema circolatorio materno con il sistema fetale per il trasporto di ossigeno e lo scambio di sostanze nutritive e di scarto: la placenta e il cordone ombelicale.

Subito dopo la fecondazione, il prodotto del concepimento è costituito da poche cellule che si replicano molto velocemente e che per quanto riguarda il nutrimento dipendono dal tessuto endometriale. L’endometrio viene preparato dall’effetto del progesterone: le ghiandole endometriali sono ricche di secreto, contenente glicogeno (la forma complessa del glucosio). Inizialmente, l’embrione impiantato si nutre per diffusione delle sostanze nutritive, ma ben presto si stabilisce una rete vascolare, tramite la quale il trofoblasto si mette in rapporto con la circolazione materna. All’inizio della sesta settimana di gestazione, è visualizzabile ecograficamente l’attività cardiaca embrionaria.

La circolazione ha il compito di portare sostanze nutritive e ossigeno a tutti i tessuti periferici, e nel contempo di eliminare le sostanze di rifiuto e l’anidride carbonica. Ciò avviene nell’embrione e poi nel feto con il sistema cardiocircolatorio, formato da cuore, arterie e vene, con il sangue che vi circola all’interno. Ci sono poi organi che collegano il sistema circolatorio materno con il sistema fetale: e cioè la placenta e il cordone ombelicale.

La placenta è un organo geneticamente appartenente al feto, a forma di disco a due versanti: quello fetale, collegato al sistema cardiocircolatorio del feto tramite i vasi che decorrono nel cordone ombelicale e quello materno aderente alla superficie dell’utero, come la radice di un albero.

Durante la gravidanza, la placenta subisce una progressiva riorganizzazione, sia con lo sviluppo dell’embrione e del feto, sia con i cambiamenti dell’organismo materno. Infatti, la massa placentare aumenta quasi fino al termine della gravidanza, per rendere sempre maggiore la superficie di scambio e per il progressivo assottigliamento del sistema dei villi in essa presenti: in tal modo la distanza che separa il sangue materno da quello fetale si riduce notevolmente fino ad arrivare a misure inferiori al millimetro.

Al livello della placenta, ossigeno e sostanze nutritive come glicidi, lipidi e aminoacidi del sangue materno passano al sangue fetale che ne è poverissimo. Al contrario le sostanze di rifiuto come l’urea, e l’anidride carbonica (che dopo la nascita eliminiamo rispettivamente con le urine e con la respirazione), passano dal sangue fetale al sangue materno sempre attraverso la placenta. Questo scambio non avviene solo per osmosi, cioè per differenza delle concentrazioni fra i due versanti, ma anche per veri e propri meccanismi di trasporto attivo o facilitato, piuttosto selettivo. Infatti, la placenta opera come una vera e propria barriera, che si oppone al passaggio di alcune sostanze tossiche e/o di alcuni germi che potrebbero trasferirsi dalla madre al feto.

In conclusione, la placenta è un organo davvero meraviglioso, rappresenta il tramite tra il feto e la madre attraverso cui passano sostanze nutritive, ossigeno e sostanze di scarto fetali. Alcuni virus, batteri e sostanze tossiche vengono “filtrati” dalla placenta, mentre altre purtroppo possono attraversarla, causando anche gravi problemi per lo sviluppo fetale (ad es. toxoplasmosi, alcool etc.). È importante quindi osservare durante la gravidanza una corretta igiene, una corretta alimentazione ed evitare fumo di sigaretta, alcool e droghe.

Gran parte delle complicanze ostetriche, fra cui aborti ricorrenti, il difetto di accrescimento del feto, la preeclampsia (gestosi), la sofferenza fetale, avvengono proprio per un deficit della placenta. In gravidanza la placenta infatti è l’organo più importante per l’accrescimento e il benessere del feto, tra le altre funzioni ha quella di portare nutrimento e di favorire il passaggio e filtraggio delle sostanze di scarto, condizionando la futura salute del neonato fino all’individuo adulto. Seguendo l’”ipotesi di Barker”, le malattie croniche contratte in età adulta sarebbero conseguenza della “programmazione fetale”, in virtù della quale qualsiasi disequilibrio patito durante la gestazione avrebbe un effetto permanente: per questo è importante curare da subito la dieta materna e favorire l’equilibrio dell’ambiente intrauterino.