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Alle mie pazienti di Milano e Firenze ricordo come prima cosa che la menopausa non è certo una malattia, né una condizione patologica, ma è una fase della vita della donna e della sua femminilità, una condizione naturale della quale dobbiamo semplicemente monitorare e gestire alcuni aspetti o sintomi per mantenere una buona qualità della vita e migliorare la nostra salute generale. Mi riferisco ovviamente alla menopausa fisiologica, quella che si verifica in genere tra i 45 e i 55 anni per cessazione della funzionalità ovarica, da non confondere con la menopausa precoce (prima dei 40 anni) e nemmeno con la menopausa iatrogena, quest’ultima provocata da interventi chirurgici o terapie, condizione che può presentare altri tipi di problematiche importanti e di cui vi parlerò a parte.

I sintomi fisici, psicologici ed emotivi della menopausa fisiologica – sebbene comuni un po’ a tutte – variano enormemente per frequenza e intensità da donna a donna, in base al vissuto di ciascuna, ai fattori ambientali e a quelli genetici. Alcune donne vivono emotivamente la fine del periodo fertile con disagio e dolore, come una perdita insopportabile di appeal e di femminilità, temendone soprattutto i cambiamenti fisici. Altre la affrontano più serenamente come una fase normale della loro esistenza, o addirittura la sentono come una liberazione dalla schiavitù del ciclo o dal rischio di gravidanze indesiderate. La rilevanza e la frequenza dei sintomi stessi possono essere condizionate sia dallo stile di vita e d’alimentazione, sia dall’atteggiamento più o meno positivo con cui la donna affronta questo periodo di cambiamento.

Come e quando si va in menopausa

Da un punto di vista ginecologico, una donna si considera in menopausa quando vi è stata assenza totale di mestruazioni per almeno 12 mesi. Questo avviene con la cessazione completa da parte delle ovaie dell’attività ovulatoria e di produzione di ormoni, che vanno a riposo dopo i 30-40 anni circa del periodo fertile. Ciò accade naturalmente, perché ognuna di noi nasce con un suo corredo limitato di ovociti che negli anni – un ciclo mensile dopo l’altro – tende a esaurirsi, manifestando la progressiva atrofizzazione dell’ovaio. Avvicinandosi ai 45-55 anni nella donna la produzione di ormoni diminuisce progressivamente e – quando arriva al di sotto di certi valori-  ecco che si manifesta la menopausa. Essa può iniziare in anticipo in particolari condizioni che incidono sulla diminuzione degli ormoni (es. per malnutrizione, basso indice di massa corporea, abuso di fumo e alcol, familiarità, vita ad altitudini elevate): in questo caso prima dei 40 anni si chiama menopausa precoce o anche insufficienza ovarica primaria o prematura.

Per una prima diagnosi, e prima di valutare una qualsiasi terapia, il ginecologo fa un’anamnesi familiare e personale della sua paziente, per capire se è a rischio di determinate patologie post-menopausa; ne prova la pressione e controlla il peso, esegue un accurato esame clinico, pelvico e mammario. Per farsi un quadro più preciso può prescrivere gli esami del sangue per la valutazione di trigliceridi, colesterolo e dei fattori di coagulazione, la glicemia, il funzionamento della tiroide, oltre a ecografie transvaginali e in alcuni casi la mineralometria ossea per il controllo dell’osteoporosi. Raramente prescriverà prelievi ematici di misurazione dei livelli di ormone follicolo-stimolante delle ovaie, perché la menopausa è una condizione molto evidente. Una mammografia ogni due anni è consigliata in questa fase della vita, così come continuare con il pap test a intervalli regolari.

Perimenopausa, climaterio e post-menopausa

Il periodo di transizione che precede di un numero soggettivo e variabile di anni (anche di 10) l’ultima mestruazione, assieme a tutto il primo anno successivo, si chiama perimenopausa o climaterio. In questo periodo i livelli di estrogeni e progesterone oscillano con tendenza a diminuire e ciò può provocare una serie di disturbi di intensità e gravità differente da donna a donna. I cicli mestruali possono subire modifiche nella durata, nella frequenza, nella regolarità e nell’intensità, mentre Il corpo femminile che viene sottoposto a continui stress fisici e metabolici nel suo percorso di adattamento può manifestare sintomi tipici, a iniziare dalle cosiddette “caldane” ossia le vampate di calore (che interessano per anni il 75-85% delle donne e dipendono dal funzionamento dell’ipotalamo) e la sudorazione notturna, quindi i disturbi del sonno.

Molti disturbi derivanti dalla progressiva carenza di ormoni femminili sono correlati al fatto che essi hanno un ruolo nella fisiologia e nel trofismo dei tessuti, contribuendo alla produzione di collagene (che rende compatta ed elastica la pelle), alla lubrificazione e turgore della mucosa genitale, nonché al trofismo delle ossa; gli estrogeni inoltre esercitano un effetto protettivo su cuore e cervello.

La loro carenza, combinata con l’invecchiamento fisiologico, potrebbe determinare oltre ai sintomi già citati i seguenti disturbi:

  • pelle e mucosa disidratate poco toniche e più sottili
  • secchezza vaginale e irritazione locale
  • dolore durante il rapporto sessuale (dispareunia)
  • calo della libido
  • infezioni urogenitali ricorrenti (cistiti)
  • perdite ematiche vaginali (spotting)
  • sensibilità mammaria
  • aumento delle emicranie collegate al ciclo
  • prolasso utero-vaginale e incontinenza urinaria
  • urgenza della minzione
  • rallentamento del metabolismo
  • alterazioni del metabolismo lipidico e glucidico (colesterolo, diabete)
  • ritenzione idrica e cellulite
  • aumento del peso e del grasso addominale
  • minore densità ossea e osteoporosi con ossa a rischio frattura (di femore, polso o vertebre)
  • aterosclerosi, malattie coronariche e problemi cardiovascolari
  • disturbi dell’umore di varia entità (depressione, irritabilità, ansia, nervosismo, insonnia, stanchezza, perdita di concentrazione e affaticamento).

Alcuni di questi disturbi come le vampate o la cefalea, benché fastidiosi, con il passare del tempo dopo la menopausa tendono a regredire o stabilizzarsi; altri più legati agli squilibri metabolici permangono con il rischio di patologie come l’osteoporosi (soprattutto nei primi 5 anni post- menopausa la densità ossea diminuisce rapidamente) o come i problemi cardiovascolari, quindi vanno monitorati e tenuti sotto controllo con terapie e stili di vita adeguati.

Cosa possiamo fare per attenuare i sintomi della menopausa

Il sollievo da alcuni degli effetti più importanti della menopausa, transitori o permanenti, può essere ottenuto innanzitutto adottando alimentazione e stili di vita corretti, unitamente a diversi protocolli di terapie farmacologiche, non ormonali ed ormonali, tra le quali una delle più utilizzate è la terapia ormonale sostitutiva accanto ad altri farmaci specifici, come ad esempio fitoestrogeni, lubrificanti e gel riequilibranti vaginali non ormonali, integratori di calcio e vitamina D, antidepressivi e sedativi, finalizzati di volta in volta alla riduzione di alcuni dei sintomi che abbiamo elencato.

La sintomatologia può significativamente migliorare nel tempo facendo vita attiva e sana, seguendo una dieta equilibrata, tarata sulle proprie reali necessità, con un buon apporto di calcio e di vitamina D ed evitando il fumo e il consumo eccessivo di caffeina e alcol. Tecniche di rilassamento unite a una regolare attività sportiva (è sufficiente camminare un’ora a passo veloce ogni giorno, ad esempio) migliorano oltre all’umore il metabolismo, la circolazione e la termoregolazione e se sono all’aperto espongono alla luce solare che fissa la vitamina D. Cibi ricchi di fitoestrogeni come i finocchi, la rucola, i fagiolini, i broccoli, le carote e le mele sono consigliati, mentre per calcio e vitamina D vanno bene le proteine animali di tonno salmone e pesce azzurro, uova, formaggi freschi e yogurt.

È molto importante con dieta e sport contrastare la tendenza all’aumento della circonferenza della vita e del grasso addominale, per prevenire importanti patologie e mantenersi in salute, come viene spiegato bene in questo articolo pubblicato su ‘Nutrition, Obesity and Exercise.

Vi ho già parlato qui della terapia ormonale sostitutiva (disponibile sotto forma di compresse oppure di cerotti, gel cutanei, creme e ovuli vaginali, spray nasali) che può essere molto efficace per alleviare sintomi più o meno importanti tra i quali vampate di calore e la secchezza vaginale, ma va eventualmente prescritta in base alle specifiche condizioni della donna, perché non è priva di controindicazioni soprattutto per pazienti over 60, con carcinoma mammario, coronaropatie o in genere problemi cardiovascolari.

In alcuni casi possono essere prescritti integratori con ormoni di origine vegetale come la soia, detti bioidentici: sono fitofarmaci che comunque vanno assunti sotto controllo medico.

Personalmente applico con un certo successo anche l’agopuntura per alleviare molti dei disturbi della menopausa delle mie pazienti, ma so che c’è chi ricorre con soddisfazione all’ipnosi o alle terapie cognitivo-comportamentali per gestire le vampate e la sudorazione notturna e curare la componente psicologica in questo delicato periodo della vita di una donna.

Infine, i prolassi ma soprattutto l’incontinenza urinaria possono essere migliorati con gli esercizi di Kegel. che potenziano i muscoli pelvici..

Per richiedere un consulto medico o semplicemente per prenotare una visita ginecologica puoi contattarmi qui o prenotare onlineIn qualità di ginecologa ostetrica ricevo tutte le settimane le mie pazienti negli studi di Milano e Firenze.

 

Foto di Michelle Maria da Pixabay