In un periodo di grande attenzione a entità piccolissime come virus e batteri, che ci hanno dimostrato di essere in grado anche oggi di stravolgere le nostre esistenze come in passato, mi sembra utile riflettere sul reale ruolo di batteri e microbiota nella nostra vita e nell’evoluzione umana e animale.
Ma veniamo al nostro mondo della ginecologia: avevamo già parlato qui del microbiota, ossia di quella enorme comunità di miliardi di batteri che abitano il nostro corpo, un tempo chiamata semplicemente flora batterica, oggi considerata un vero e proprio sistema omeostatico utilissimo, anzi indispensabile, per la nostra esistenza e salute.
In passato si dava importanza principalmente alla flora batterica intestinale, che è effettivamente la sede con il maggior numero di cellule batteriche del nostro corpo, ma il microbiota non è solo appannaggio dell’intestino: esiste infatti un microbiota vaginale, orale, polmonare, cutaneo.
Mentre nell’intestino è fondamentale avere una ricchezza e diversità batterica nella quale non si rileva un unico ceppo dominante, la povertà batterica è invece tipica della flora vaginale, dove deve predominare una sola categoria di batteri, quella che fa parte della famiglia dei lattobacilli.
Perché si chiamano lattobacilli? Questi batteri allungati che sembrano bastoncini producono acido lattico, e l’acido lattico abbassa il pH della vagina.
La questione è però un po’ più complicata perché non esiste una sola specie di lactobacilli: esistono infatti 6 sottogruppi che prendono il nome di CST, Community State Type.
CST I : Lactobacillus crispatus
CST II : Lactobacillus gasseri
CST III Lactobacillus iners
CST IV-A e CST IV da specie anaerobie facoltative
CST V Lactobacillus jensenii
Che tipo di comunità di lactobacilli dovrebbe colonizzare la vagina? E perché è utile saperlo?
Il CST I costituito da lactobacillus crispatus riduce il rischio delle infezioni quali la Chlamydia, la candida e HPV.
Ma non si tratta solo di protezione dalle infezioni, perché le donne che hanno un CST I hanno minor rischio di infertilità. Invece i CST II e III non favoriscono la fertilità
Se volessimo fare una classifica del miglior microbiota vaginale, il podio, a grande distanza dagli altri ,è sicuramente del CST I (lactobacillus crispatus) al secondo posto il CST II e al terzo posto il CST V; meno utile è il CST III e sicuramente a rischio sono i CST IVA e IVB .
Il microbiota vaginale è influenzato indirettamente dall’alimentazione, mediante l’influenza sul microbiota fecale: è quindi molto importante indagare anche eventuali disbiosi intestinali, perché sicuramente la corretta proliferazione dei batteri intestinali aiuta. Per questo motivo è importante seguire una dieta mista e moderata, senza eccessi, varia e ricca di vegetali freschi e di stagione, possibilmente di vari colori.
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