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Il Covid è stato un vero e proprio trauma di portata mondiale e negli ultimi mesi ci ha fatto capire quanto la Salute sia un bene collettivo e la Sanità un servizio pubblico primario indispensabile per la comunità tutta, che nelle società ha ricadute su moltissimi aspetti della vita di ognuno di noi: a questo punto è evidente che siamo tutti interconnessi ed è interesse di tutta la collettività che le persone stiano bene e che abbiano tutte un accesso paritario alle cure, a livello globale.

Ripensare le politiche sanitarie

Per questo motivo si è visto che ha poco senso anche l’attuale eccessiva frammentazione e differenziazione della gestione sanitaria a livello regionale in un paese poco esteso come l’Italia, mentre sarebbe auspicabile ritornare a un’assistenza sanitaria di tipo nazionale e idealmente – almeno in contesti come quello europeo – addirittura a politiche sanitarie sovranazionali condivise, per una gestione più efficiente, coordinata e univoca della salute.

Accesso alle cure: un diritto per tutti

Specie in epoca di globalizzazione e di forte mobilità, se in pandemia ci troviamo in contesti comunitari dove ci sono persone non curate che continuano ad avere problemi di salute, ciò mina anche la salute delle persone maggiormente tutelate.

L’accesso alle cure come quello all’istruzione dovrebbe essere un diritto acquisito della società civile anche nelle nazioni più povere: un tema questo che si sta facendo ancora più pressante ora, in periodo di campagne di vaccinazione contro il Covid-19, dove gli stati più ricchi del pianeta hanno strumenti per la vaccinazione di massa che i popoli più svantaggiati non possiedono ancora.

L’eredità morale della pandemia

L’eredità che sta lasciando questa epidemia globale non dovrebbe riguardare soltanto una riorganizzazione della sanità pubblica nell’ottica di un nuovo potenziamento dei servizi sul territorio, dell’implementazione della telemedicina e delle cure domiciliari, o di una rivalutazione della figura del medico di base: dovrebbe prima di tutto alimentare la coscienza in ognuno di noi di essere la “parte di un tutto“, ossia la consapevolezza che il nostro stare bene è connesso necessariamente allo stare bene degli altri e che la salute dipende dai comportamenti di ognuno, nessuno escluso.

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