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Valida sia sotto l’aspetto della prevenzione che sotto l’aspetto terapeutico, la riabilitazione della zona del perineo (pavimento pelvico) in ginecologia inizia ad essere promossa e consigliata in modo trasversale a tutte le età della donna, per contrastare disturbi d’incontinenza, emorroidi, problemi di carattere ginecologico – come il prolasso genitale – oppure urologico, assieme alle ripercussioni che tali disfunzioni possono avere nell’ambito della sfera sessuale in termini di dolore (dispaureumia) o di semplice perdita della sensibilità.

Se in Italia le prescrizioni da parte dei medici e la consapevolezza da parte delle pazienti sono ancora poco diffuse per questioni culturali, all’estero è da tempo prassi comune proporre alle donne in gravidanza un programma di riabilitazione e di allenamento del muscolo perineale.

La riabilitazione del pavimento pelvico è volta essenzialmente, attraverso tecniche diverse ed esercizi, a ristabilire la tonicità muscolare ed attenuare l’ipotonia del perineo (soprattutto del muscolo pubococcigeo), in modo da rinforzare l’area con funzione di sostegno e contenimento, migliorandone la funzionalità e tonicità naturale, la sensibilità e coordinazione, con ottime ricadute sul controllo della fisiologia di vescica, vagina, utero e retto-ano. Rinforzando il perineo si riesce infatti a controllare meglio l’attività degli sfinteri, e in particolare dello sfintere uretrale, durante gli aumenti di pressione intra addominale (caratteristici della tosse, degli starnuti, degli sforzi fisici) evitando problemi di incontinenza urinaria.

In sostanza si tratta di una pratica di tipo conservativo che se ben applicata può evitare interventi chirurgici correttivi o può limitare una serie di sintomatologie invalidanti derivate da interventi chirurgici, proctologici, da episiotomie nel parto, sbalzi ormonali, menopausa.

In sintesi è una metodica che può contribuire significativamente e in modo naturale a migliorare la qualità della vita. Attraverso la riabilitazione le donne imparano prima di tutto a percepire i muscoli e poi a contrarli correttamente.

La riabilitazione del pavimento pelvico è una pratica che va portata avanti tutta la vita, una ginnastica quotidiana fatta di corrette posture, di respirazione, di contrazione e rilassamento che deve diventare automatismo e stile di vita.

Le tre principali tecniche per questo tipo di riabilitazione e rieducazione sono la chinesiterapia (un percorso propriocettivo con allenamento personalizzato definito con un terapeuta e basato su contrazione e rilassamento), i famosi esercizi di Kegel (contrazione – e decontrazione a vescica vuota – da fare in autonomia in cicli di 10 almeno 3 volte al giorno. Per acquisire coscienza della muscolatura che andiamo a esercitare, la prima volta basta fare l’atto di trattenere la pipì), l’elettrostimolazione funzionale (un tipo di ginnastica passiva per il recupero del tono muscolare dove le contrazioni sono involontarie e causate da stimoli elettrici), e il Biofeedback (fatto con strumenti che attraverso segnali visivi registrano contrazioni e decontrazioni del muscolo guidando il paziente a una pratica corretta).