I nuovi programmi di prevenzione del cancro del collo dell’utero, almeno per quello che riguarda le decisioni dell’Azienda Sanitaria di Firenze e della Regione Toscana, introducono il test DNA HPV (Human Papilloma virus) validato come test elettivo di screening, da anteporre secondo gli ultimi studi nazionali e internazionali al tradizionale Pap test, esame citologico che rileva esclusivamente le alterazioni delle cellule quando sono già presenti ed evidenti al microscopio.
Seguendo il nuovo protocollo adottato dal 2013, entro il 2018 il test HPV andrà progressivamente a sostituire il Pap test per tutte le donne sopra i 30 anni e fino ai 64 anni d’età, in modo da poter individuare attraverso un esame molecolare di laboratorio la presenza del DNA del virus a trasmissione sessuale, prima che esso provochi alterazioni nelle cellule o lesioni pretumorali.
Il carcinoma del collo dell’utero (che ha un’incidenza ogni anno di 2200 casi nuovi in Italia) è infatti il primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile a un’infezione, ossia effetto della presenza nel lungo periodo di uno dei 12 tipi oncogenici di Papilloma virus. Sui totali 120 tipi esistenti, si è visto che solo questi 12 ceppi – con maggiori caratteristiche di persistenza nel tempo – possono essere causa di cancro.
Come avveniva anche in passato, tutte le donne residenti a Firenze e in Regione Toscana continueranno periodicamente a ricevere a casa la lettera di invito per fare il prelievo vaginale gratuito, (con appuntamento presso l’ambulatorio di zona della ASL): il prelievo ad oggi è previsto con cadenza triennale ed è incentrato sul Pap test per le donne a partire dai 25 anni fino ai 33 anni d’età, mentre alle donne dai 34 fino ai 64 anni verrà proposto per la prima volta il test HPV, da ripetersi in seguito con cadenza addirittura quinquennale, essendo più sicuro, protettivo e sensibile del precedente, quindi da farsi con minore frequenza rispetto al Pap test.
Il test HPV offerto a partire dai 30 anni di età limita il rischio di sovradiagnosi di CIN regressive: per questo per le più giovani fino ai 34 anni ad oggi viene ritenuto più appropriato il Pap test, per via della più frequente presenza di ceppi di virus HPV privi di importanza clinica, in queste fasce d’età, che tendono a scomparire da soli e senza danno nel giro di pochi mesi.
Se il test HPV risulta positivo, dallo stesso prelievo viene effettuato un Pap test di triage per vedere se vi sono alterazioni cellulari in atto (che non significa avere un tumore!) in presenza delle quali verrà effettuato un esame più approfondito di colposcopia. In caso di Pap test negativo si è invece invitate a ripetere l’esame a distanza di un anno, per valutare la persistenza del virus che spesso sparisce nell’arco di 12 mesi.
In pratica si parte dal test più sensibile (HPV) per arrivare all’esame più specifico, individuando dapprima le donne a rischio di sviluppo di malattia e successivamente (tramite il Pap test) le infezioni in cui il virus ha iniziato a produrre alterazioni cellulari, ossia quelle da esaminare per via colposcopica: il Pap test in questo modo serve come filtro selettivo fra il test HPV DNA ad alto rischio oncogeno e la colposcopia.
Quando verrà il momento, è bene ricordare che dovranno partecipare allo screening anche le ragazze che a 12 anni hanno regolarmente ricevuto il vaccino anti-HPV, perché l’attuale vaccinazione non protegge da tutti i 12 tipi di virus che possono provocare il cancro cervicale.
Seguendo il protocollo corretto, nelle ricerche effettuate il test HPV ha dimostrato di offrire una protezione verso il carcinoma invasivo del 60-70% più elevata rispetto al solo Pap test.
Il programma a Firenze è coordinato da ISPO, struttura che provvederà a fare eseguire tutti gli esami HPV e i Pap test di triage in un unico laboratorio, in modo da assicurare la qualità e la coerenza dei risultati.
Il test HPV è semplice e indolore, va fatto almeno tre giorni dalla fine delle mestruazioni ed in assenza di perdite di sangue, a due giorni di distanza dall’ultimo rapporto sessuale o da una visita ginecologica; nei tre giorni precedenti non si devono usare creme o lavande vaginali.
Per ulteriori approfondimenti visita il sito del Gruppo Italiano di Screening del Cervico Carcinoma www.gisci.it