fecondazione-assistita

Riguardo alla fecondazione eterologa e al tema della maternità negata, pubblico volentieri le bellissime parole di una mia paziente di cui non riporto il nome per motivi di privacy, che attraverso questa lettera è riuscita a comunicarmi tutta la forza emotiva di un dialogo interiore compreso e condiviso solo da chi ha vissuto – e vive – questa fondamentale esperienza di vita.

Gentile dott.ssa Riviello,
ho letto il sito di cui mi ha inviato copia.

Ci sono alcune parti di quanto scritto che mi hanno colpito particolarmente perchè credevo, erroneamente, che solo chi vivesse in prima persona il dialogo interiore frutto di una maternità negata potesse descrivere sensazioni così intimamente personali.

Oggi ho imparato che mio figlio è “del mondo“: mio figlio è mio figlio prima ancora di essere nato e io adesso sono madre senza esserlo ancora veramente…

Appare paradossale: una maternità negata mi ha insegnato, oggi, a essere madre. A scegliere d’esserlo.
La scelta ha fatto di me la persona che sono, quella che sa come un giorno dovrà, vorrà e saprà spiegare ogni cosa al proprio figlio e desidererà vivere accanto a lui (o lei).

Perché ha ragione chi dice (purtroppo condannando la fecondazione eterologa) che essere genitori non è un diritto… Infatti è un diritto e anche un dovere mettere in gioco se stessi per decidere di essere un genitore che abbia consapevolezza delle proprie scelte. In qualsiasi momento della propria genitorialità.

È un mio diritto e un dovere amare un bambino. Non vedo altri diritti…

La natura stessa fa si che io possa utilizzare un ovocita di un’altra donna per avere un figlio.
Amore, rispetto, desiderio e voglia di vivere la mia maternità fanno il resto.

Grazie,
felice giornata

Salva

Salva