IUD-dislocazione-spirale-risarcimento-medico

L’uso dello IUD (dispositivo intrauterino) rappresenta un’opzione contraccettiva diffusa ed efficace, ma come qualsiasi procedura medica, può comportare dei rischi. Tra questi, la perforazione uterina è un evento raro ma potenzialmente grave, che può richiedere un intervento chirurgico per la rimozione del dispositivo.

In ambito medico-legale, questo tipo di complicanza può sollevare dubbi sulla corretta esecuzione della procedura e sulla gestione successiva, rendendo possibile una richiesta di risarcimento per danno medico.

Il caso clinico

Di recente, sono stata incaricata di una relazione specialistica e medico legale per un caso di perforazione uterina da IUD, in cui la paziente, dopo l’applicazione del dispositivo, ha manifestato dolore pelvico acuto. La TAC addome ha confermato la dislocazione dell’IUD, migrato nella cavità addominale, rendendo necessaria la rimozione chirurgica in laparoscopia. Durante l’intervento è stata osservata una perforazione di circa 3 mm della parete anteriore dell’utero.

Profili di responsabilità medica

L’analisi medico-legale di questo caso si concentra su due aspetti principali:

  1. Indicazione e gestione della procedura di inserimento dello IUD
    Le linee guida AOGOI stabiliscono chiaramente la procedura corretta per l’applicazione del dispositivo intrauterino, che prevede:
  • un’accurata anamnesi e visita ginecologica preventiva
  • esami batteriologici cervico-vaginali per escludere infezioni vaginali e patologie preesistenti (es. Clamidia)
  • pap test se non eseguito negli ultimi tre anni
  • consegna del modulo informativo
  • l’inserimento preferibilmente durante il flusso mestruale per ridurre il rischio di complicanze
  • un controllo post-inserimento per valutare la corretta posizione dello IUD

Controindicazioni assolute:

  • gravidanza in atto
  • sospetta neoplasia uterina
  • metrorragie o menometrorragie
  • malattia infiammatoria pelvica (PID) attiva o recente
  • immunosoppressione cronica
  • malformazioni uterine che alterano la cavità
  • grave anemia (Hb < 8g/dL)
  • allergia al rame o Sindrome di Wilson (per IUD in rame)
  • tubercolosi genito-urinaria
  • aborto settico recente
  • infezioni sessualmente trasmesse non trattate

Se questi protocolli non vengono seguiti con scrupolosità, il rischio di perforazione aumenta, specialmente nelle pazienti che hanno partorito da poco o che allattano, e l’eventuale mancato rispetto delle linee guida potrebbe configurare una responsabilità medica.

2. Perforazione uterina e competenza dell’operatore
La perforazione dell’utero è un evento raro, con un’incidenza stimata tra 0,6 e 1,6 casi ogni 1.000 inserimenti. Tuttavia, studi scientifici dimostrano che la probabilità di questa complicanza è maggiore quando il dispositivo viene inserito da operatori meno esperti o in condizioni non ottimali, in presenza di eventuali fattori di rischio non adeguatamente considerati.

Considerazioni medico-legali

In ambito forense, la dettagliata documentazione clinica e il rispetto delle linee guida (con un particolare focus sulla presenza di eventuali errori procedurali, su una selezione inappropriata della paziente e su un mancato monitoraggio post-inserimento) sono elementi chiave per accertare la fondatezza di una richiesta di risarcimento per danno medico.

La possibilità di ottenere un risarcimento dipende quindi dalla dimostrazione di:

  • un mancato rispetto delle linee guida AOGOI
  • una condotta negligente da parte dell’operatore che ha inserito lo IUD
  • un danno effettivo e persistente alla paziente, quantificabile in termini di inabilità e immediato intervento correttivo

Nel caso specifico, e senza il riscontro di un’errata applicazione delle linee guida, la dislocazione dello IUD ha comportato un iter clinico più complesso del previsto, ma non ha generato esiti permanenti sulla salute riproduttiva della paziente che ha successivamente potuto portare a termine una gravidanza desiderata.

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Obstet Gynecol. 2023 Sep; 142(3): 641–651. Published online 2023 Aug 3. PMCID: PMC10424817  Risks of Uterine Perforation and Expulsion Associated with Intrauterine Devices. Michael J. Fassett MD

Susan D Reed, Xiaolei Zhou: Although the risk for uterine perforation with IUD insertion 4 days to 6 weeks or less post partum is nearly seven times that of insertion non-post partum, perforation remains an incredibly rare event for all clinical time points. Despite a slight increased risk of perforation with breastfeeding at IUD insertion, the benefits of breastfeeding and effective contraception generally outweigh risks and should have little clinical impact.